a cura di: Enrico Azzano, Andrea Fontana e Davide Tarò
Il Foglio Letterario
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Satoshi Kon, scomparso il 24 agosto 2010, è stato (assieme a Mamoru Oshii) il più bizzarro ed eccentrico dei protagonisti del cinema d’animazione giapponese nell’epoca di Miyazaki Hayao, come scrive Marco Muller (direttore artistico della Mostra di Venezia) nella prefazione di questo volume.
Il libro, che ripercorre la storia dell’artista nipponico attraverso le sue opere e le sue esperienze nel campo dell’animazione e dei manga giapponesi, è suddiviso in due parti.
Nella prima parte vengono illustrate le opere che hanno reso famoso il regista in tutto il mondo, compresa l’Italia. Si parte con un focus on sull’imperdibile Perfect Blue (scritto da Brian Ruh), per poi passare all’altrettanto spettacolare Millennium Actress(di Alessia Spagnoli), proseguendo con Tokyo Godfathers (di Stefano Gariglio), Paranoia Agent (di Enrico Azzano), e infine Paprika (di Matteo Boscarol).
Ma quello che i due scoprono quasi subito è che la ragazza non è chi dice di essere. La vera Shoko è un'altra. Ora il mistero da risolvere diventa la vera identità della ragazza che si era spacciata per lei...
La domanda che è dietro il racconto è semplice: si può dire di conoscere veramente una persona, se non si conosce il suo passato?
E la risposta, quasi subito evidente, è no.
Il Passato di Shoko coniuga con maestria il tema della donna senza passato. L'indagine, vero cuore del romanzo, si snoda lungo tutto il racconto e rapisce per la semplicità dell'intreccio, una semplicità che però non rende certo facile comprendere le sfumature, almeno se non si è a conoscenza delle dinamiche più strettamente culturali di cui il racconto si fa portatore.