di Fumiko Enchi
L'ombra che muove gli alberi nella notte
Non si fa mai caso all'ombra, è l'esatto opposto della luce, ed è in quella che le donne del periodo si muovevano...
silenziose e inevitabilmente compiacenti dovevano assecondare il volere del loro padrone, perchè è quello che è un marito in Giappone, a volte anche oggi, un padrone...
quindi occorreva accettare le concubine, cameriere personali e qualsiasi altra scappatoia pur di evitare che il marito mettesse le mani su una geisha, che all'epoca avevano tutti gli strumenti per irretire chiunque e quindi temibilissime per una moglie tradizionale, che era stata educata a condurre la casa e a servire il marito, certo non agli strumenti del piacere che invece le professioniste studiavano sin da piccole...
venerdì 30 novembre 2012
Onnazaka, il sentiero nell'ombra
Etichette:
Giappone,
Recensione
martedì 27 novembre 2012
La leggenda della creazione dell’uomo da parte di Nuwa
"Antiche leggende cinesi"
Nelle favole greche è Prometeo a creare l’uomo, in quelle egiziane l’uomo nasce dalla parola di un dio, mentre in quelle ebraiche è Jehovah a crearlo. Come nasce invece l’uomo nelle biabe cinesi? Ciò va attribuito a una divinità femminile, Nuwa, dal corpo umano e dalla coda di drago.
Secondo la leggenda, dopo la separazione fra cielo e terra da parte del grande eroe Pangu, Nuwa si aggirava qua e là. Nonostante sulla terra ci fossero ormai monti, fiumi, piante e animali, non c’era vera vita, perchè mancava l’uomo. Un giorno camminando sulla terra deserta, Nuwa si sentì molto sola, per cui pensò di aggiungervi qualcosa di più vivace.
Nelle favole greche è Prometeo a creare l’uomo, in quelle egiziane l’uomo nasce dalla parola di un dio, mentre in quelle ebraiche è Jehovah a crearlo. Come nasce invece l’uomo nelle biabe cinesi? Ciò va attribuito a una divinità femminile, Nuwa, dal corpo umano e dalla coda di drago.
Secondo la leggenda, dopo la separazione fra cielo e terra da parte del grande eroe Pangu, Nuwa si aggirava qua e là. Nonostante sulla terra ci fossero ormai monti, fiumi, piante e animali, non c’era vera vita, perchè mancava l’uomo. Un giorno camminando sulla terra deserta, Nuwa si sentì molto sola, per cui pensò di aggiungervi qualcosa di più vivace.
sabato 24 novembre 2012
Manuale di pulizie di un monaco buddhista
Spazziamo via la polvere e le nubi dell'anima
di Keisuke Matsumoto
(Vallardi Editore)
«La giornata dei monaci inizia dalle pulizie: ramazziamo il giardino, puliamo il cortile, tiriamo a lucido il santuario. Non tanto perché siamo effettivamente sporchi o in disordine, quanto perché tali azioni hanno il fine ultimo di eliminare dallo spirito qualsiasi ombra.» (dalla Prefazione dell'autore)
di Keisuke Matsumoto
(Vallardi Editore)
«La giornata dei monaci inizia dalle pulizie: ramazziamo il giardino, puliamo il cortile, tiriamo a lucido il santuario. Non tanto perché siamo effettivamente sporchi o in disordine, quanto perché tali azioni hanno il fine ultimo di eliminare dallo spirito qualsiasi ombra.» (dalla Prefazione dell'autore)
venerdì 23 novembre 2012
Concorso a punti
La Biblioteca dell’Estremo Oriente compie un anno!
Per questo concorso abbiamo pensato a delle nuove modalità, per rendervi ancora più partecipi e per poterci divertire ancora di più, condividendo insieme la nostra amata letteratura orientale.
giovedì 22 novembre 2012
Mettere radici, di Han Dong
O Barra O Edizioni
“Nel novembre 1969 la famiglia Tao fu esiliata, e Tao condusse tutti quanti al villaggio di Sanyu. Prima della partenza aveva tracciato un cerchio su una carta con una matita rossa. Il luogo compreso nel cerchio era un lago dalla forma irregolare. “Questo è il lago Hongze, il terzo lago di acqua dolce per estensione della Cina. È lì che stiamo andando” disse Tao.”
domenica 18 novembre 2012
Silenced, un film di Hwang Dong-hyuk
Un intenso dramma, vincitore del Gelso d’oro all’edizione del Far East Film Festival 2012 di Udine.
La recensione di Darcy Paquet:
Giappone, terra di incanti (parte 3)
Quest’anno Firenze ha celebrato l’arte e la cultura giapponese nelle sale più prestigiose di Palazzo Pitti, attraverso tre percorsi che ritroviamo qui in altrettanti volumi, editi da Sillabe Editore. Questi splendidi volumi da collezione ripercorrono le opere presenti alla mostra con moltissime immagini, introduzioni e approfondimenti.
Giapponismo. Suggestioni dell’ Estremo Oriente dai Macchiaioli agli Anni Trenta.
Giapponismo. Suggestioni dell’ Estremo Oriente dai Macchiaioli agli Anni Trenta.
A cura di Vincenzo Farinella e Francesco Morena
Giappone, terra di incanti (parte 2)
Quest’anno Firenze ha celebrato l’arte e la cultura giapponese nelle
sale più prestigiose di Palazzo Pitti, attraverso tre percorsi che
ritroviamo qui in altrettanti volumi, editi da Sillabe Editore. Questi
splendidi volumi da collezione ripercorrono le opere presenti alla
mostra con moltissime immagini, introduzioni e approfondimenti.
L'eleganza della memoria - Le arti decorative nel moderno Giappone
A cura di Karasawa Masahiro e Moroyama Masanori
Giappone, terra di incanti (parte 1)
Quest’anno Firenze ha celebrato l’arte e la cultura giapponese nelle
sale più prestigiose di Palazzo Pitti, attraverso tre percorsi che
ritroviamo qui in altrettanti volumi, editi da Sillabe Editore. Questi
splendidi volumi da collezione ripercorrono le opere presenti alla
mostra con moltissime immagini, introduzioni e approfondimenti.
Di linea e di colore - Il Giappone, le sue arti e l’incontro con l’Occidente
A cura di Francesco Morena
martedì 13 novembre 2012
Dio odia il Giappone
Romanzo di amore e fine del mondo
di Douglas Coupland
ISBN Edizioni
di Douglas Coupland
ISBN Edizioni
Illustrazioni di Michael Howatson
Tokyo, fine anni novanta. Concluse le
scuole, Hiro Tanaka e i suoi amici un po’ sballati si dividono tra
università e lavoretti part time, rave party e sessioni di shopping
sfrenato a Shibuya, fughe oltreoceano e inseguimenti precipitosi.
Paranoico e insicuro, innamorato respinto e schiavo delle sue
ossessioni, Hiro cerca di trovare se stesso all’ombra di un Giappone che
tutto ingloba e immobilizza, togliendo il futuro da sotto i piedi a lui
e a tutta la sua non-generazione.
venerdì 9 novembre 2012
Interno coreano con sequestro
di Yi Ch'ongjun
(O Barra O Edizioni)
Storia intrigante e spaesante. Attraverso la deposizione fatta alla polizia da Paek, famosa cantante pop, narra le contraddittorie vicende del suo sequestro, alla ricerca della propria verità.
Yi Ch’ongjun propone un racconto intrigante, che si muove su piani
temporali diversi, spaesante. Fa parlare in prima persona Paek, una
cantante di successo, che, attraverso la deposizione resa ad un
funzionario di polizia, ricerca la propria verità sull’accaduto,
analizzando i suoi comportamenti contradditori nati dall’incontro con il
suo sequestratore.
“E’ pressappoco così che sono iniziati il mio rapimento, il mio sequestro, così terribili, così improvvisi. Ma poiché mi trovavo rinchiusa nel mio appartamento, parole come rapimento o sequestro forse non sono del tutto appropriate.”
(O Barra O Edizioni)
Storia intrigante e spaesante. Attraverso la deposizione fatta alla polizia da Paek, famosa cantante pop, narra le contraddittorie vicende del suo sequestro, alla ricerca della propria verità.
“E’ pressappoco così che sono iniziati il mio rapimento, il mio sequestro, così terribili, così improvvisi. Ma poiché mi trovavo rinchiusa nel mio appartamento, parole come rapimento o sequestro forse non sono del tutto appropriate.”
mercoledì 7 novembre 2012
Verso Nord Unonoveottootto
di Han Han
(Metropoli d'Asia)
A bordo di una station wagon scassata, un ragazzo cinese sulla trentina parte per andare a incontrare un amico che esce di prigione. Lungo la strada conosce una prostituta incinta, Nanà, che diventa sua compagna di viaggio.
La narrazione è un continuo andirivieni tra passato e presente: ricordi di infanzia e di giovinezza si intersecano senza soluzione di continuità al racconto del viaggio e alle riflessioni del protagonista. Emerge una condizione di degrado sociale che rappresenta la faccia più nascosta della Cina contemporanea, che l’Autore tratteggia quasi con rassegnazione offrendoci uno sguardo originale e fresco su una società che ancora oggi presenta agli occhi dell’Occidente molti aspetti misteriosi.
(Metropoli d'Asia)
A bordo di una station wagon scassata, un ragazzo cinese sulla trentina parte per andare a incontrare un amico che esce di prigione. Lungo la strada conosce una prostituta incinta, Nanà, che diventa sua compagna di viaggio.
La narrazione è un continuo andirivieni tra passato e presente: ricordi di infanzia e di giovinezza si intersecano senza soluzione di continuità al racconto del viaggio e alle riflessioni del protagonista. Emerge una condizione di degrado sociale che rappresenta la faccia più nascosta della Cina contemporanea, che l’Autore tratteggia quasi con rassegnazione offrendoci uno sguardo originale e fresco su una società che ancora oggi presenta agli occhi dell’Occidente molti aspetti misteriosi.
domenica 4 novembre 2012
Piccolo manoscritto nella bisaccia
di Matsuo Basho
A breve in libreria la ristampa di uno dei capolavori di Matsuo Basho, "Piccolo manoscritto nella bisaccia", per SE Editore.
(articolo di Marcello Fini)
Pellegrino
vorrei fosse il mio nome
alle prime piogge d'autunno.
Come spesso accadeva al tempo, siamo all'inizio del XVII secolo, Matsuo Munefusa, terzo figlio di un samurai di campagna, nel corso della sua vita di nomi ne cambiò quasi una ventina; arrivato a trentotto anni, dopo che un suo allievo gli aveva regalato un albero di banane, che però, vista la rigidezza del clima, pur crescendo, non produceva frutti, si scelse come nome bashō, che significa, appunto, “banano”.
A breve in libreria la ristampa di uno dei capolavori di Matsuo Basho, "Piccolo manoscritto nella bisaccia", per SE Editore.
(articolo di Marcello Fini)
Pellegrino
vorrei fosse il mio nome
alle prime piogge d'autunno.
Come spesso accadeva al tempo, siamo all'inizio del XVII secolo, Matsuo Munefusa, terzo figlio di un samurai di campagna, nel corso della sua vita di nomi ne cambiò quasi una ventina; arrivato a trentotto anni, dopo che un suo allievo gli aveva regalato un albero di banane, che però, vista la rigidezza del clima, pur crescendo, non produceva frutti, si scelse come nome bashō, che significa, appunto, “banano”.
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